sabato 5 ottobre 2013

“Hummingbird“ , il nuovo motore di Google è un Colibrì

Google annuncia grosse novità per il proprio motore di ricerca: maggior peso al Knowkedge Graph grazie al nuovo algoritmo Hummingbird, rapido e preciso.

Google cambia il proprio motore: nel giorno del proprio 15esimo compleanno, infatti, il gruppo ha convocato una conferenza stampa presso il garage ove tutto ha avuto inizio nel 1998 per battezzare così quello che è visto un po’ come un nuovo inizio.

“Hummingbird“, è questo in nome nuovo che accompagnerà le attività del motore di ricerca. A livello superficiale lo si può considerare come l’algoritmo massimo a cui fanno riferimento le query, ma di fatto è la struttura con cui saranno organizzati i vari algoritmi ed i vari “segnali” che il motore usa per ordinare i risultati sulle SERP a risposta delle query degli utenti.
Hummingbird non è una novità vera e propria nel senso che, al momento dell’annuncio, la sua adozione è già vecchia di un mese. Da varie settimane, insomma, ogni query composta è già formulata sulla base dei nuovi principi espressi da “Hummingbird”, motore che va a sostituire il precedente “Caffeine” datato 2010. Il nome (“Hummingbird” significa “Colibrì“) sarebbe dovuto alla rapidità e precisione del volo dell’uccello, significati che il gruppo trasferisce al proprio motore a sottolineare le caratteristiche peculiari del nuovo strumento. 
Hummingbird racchiude sotto il proprio nome tutte le varie modifiche apportate negli ultimi anni, strutturando il tutto in modo più organico per sfruttare al meglio le varie componenti del ranking. PageRank compreso: quello che era un tempo l’indizio principe dello stato di salute di un sito su Google, oggi è soltanto una delle circa 200 componenti che danno forma alle SERP. Il PageRank non scompare, insomma, ma è da immaginarsi oggi come una semplice rotellina all’interno di un meccanismo molto più complesso.

Come sempre attorno alle novità del motore di ricerca aleggia un’aura di mistero, una protezione doverosa dei segreti del motore ed una conseguenza inevitabile del fascino che l’importanza dell’algoritmo e l’ignoto che lo nasconde determinano. Ma un dato va tenuto in considerazione: Hummingbird incide sul 90% delle query proposte a Google. Hummingbird, insomma, è il nuovo Google.

Cosa è Hummingbird?

Hummingbird dovrebbe anzitutto essere una evoluzione determinante nel modo in cui il motore analizza l’intera query. L’obiettivo è quello di arrivare ad una comprensione più completa della stessa, compiendo un passo ulteriore verso la semantica del linguaggio naturale. Ogni parola avrà importanza relativa maggiore, pesando in modo significativo sul modo in cui il testo è compreso nella sua complessità.

Così facendo il motore tenta di accompagnare la rivoluzione mobile della ricerca vocale, interpretando in modo più intelligente quel che l’utente esprime a voce per formulare le proprie query. Il giorno in cui le ricerche saranno compiute con linguaggio naturale, infatti, le barriere tra utente e servizio saranno annullate e si sarà raggiunto un punto di non ritorno nel complesso delle interazioni uomo-macchina. Il vantaggio principale di Hummingbird è dunque oggi questo: gli algoritmi sanno capire meglio di prima le query lunghe e complesse, conquistando una intelligenza maggiore in termini di comprensione. L’algoritmo si basa anzitutto sul Knowledge Graph, ossia l’insieme di entità che Google conosce e che mette in relazione: il nuovo algoritmo approfondirà il modo in cui tali entità interagiscono, muovendo in modo più organico ed intelligente i meccanismi che portano alla SERP ed all’evidenza dei risultati considerati più pertinenti, aggiornati, puntuali ed utili.

Chi opera nel mondo SEO non dovrà dunque preoccuparsi, insomma, ma valutare comunque con attenzione quanto accaduto nelle ultime settimane: gli esiti di Hummingbird sono già tra le statistiche dei siti Web e dovrebbero dimostrare come il passaggio sia stato fluido e senza soluzione di continuità. Laddove vi fossero stati problemi, occorrerà valutare il lavoro compiuto, ma Google si dice certo della cosa: nessun ribaltamento della situazione antecedente, ma soltanto una evoluzione costruttiva del modo in cui il motore ha la capacità di interpretare le volontà dell’utente formulando conseguentemente risposte migliori.

Più peso al Knowkedge Graph

Uno degli aspetti più interessanti introdotti da Hummingbird è una maggior comprensione del contesto nel quale è stata composta una domanda. Tre gli ingredienti principali utilizzati nella composizione del contesto di query: il luogo in cui è composta, l’identità del richiedente e la cronistoria delle query precedenti.

Il luogo può indicare e Google alcune necessità specifiche che potrebbero consentire di formulare una SERP migliore. L’identità può offrire innumerevoli indizi, favorendo gli esiti dell’intelligenza capacitiva del motore. Forte importanza hanno inoltre le query precedenti, poiché si può dare il via ad una vera e propria conversazione.

Un esempio concreto. Ora si può chiedere a Google (sebbene non tutte le prove siano confortanti, per una fallacia di funzionamento che dimostra quanto ancora l’algoritmo vada affinato e arricchito) “Quanto è alto Barack Obama?“. L’algoritmo capisce l’intera frase e può fornire una risposta precisa senza dover nemmeno fare appiglio immediato ai link verso cui indirizzare l’utente. Ma non solo: se la domanda successiva sarà “Quanti anni ha?“, l’algoritmo agirà per aggiungere in automatico il dettaglio fondamentale: a chi fa riferimento la domanda. “Quanti anni ha” sarà dunque interpretato come “Quanti anni ha Barack Obama” in virtù della domanda antecedente e la risposta sarà così precisa a fronte di un minor sforzo concettuale da parte dell’utente. Google ha spiegato come la ricerca “conversazionale” sarà introdotta in modo progressivo e che il requisito primo per avervi accesso è l’utilizzo della nuova versione aggiornata di Google Chrome.

Un secondo esempio: “pioverà domani”? Google utilizza varie entità per dare una risposta: il giorno attuale e la posizione dell’utente, due indicazioni che la query non ha fornito in modo diretto ed esplicito. A quel punto la risposta sarà però puntuale proprio grazie al completamento che la “comprensione” offerta dall’algoritmo mette a disposizione del processo.

Fare appello al Knowledge Graph significa inoltre poter agire con maggior incisività sulle entità, mettendole a confronto direttamente sotto gli occhi dell’utente. Le comparazioni saranno infatti una delle novità più evidenti: chiedendo di mettere uno contro l’altro due cibi, due edifici o due entità di qualsiasi genere, si suggerirà al motore di restituire un raffronto puntuale sulla base delle caratteristiche archiviate: quale cibo ha più calorie o quale edificio è più alto, quale personaggio è più anziano o quale nazione è più popolata.

Infine, utilizzare le entità e gli ordinamenti naturali delle stesse significa poter creare filtri utili ad affinare la ricerca. Tra gli esempi proposti dal team di Mountain View durante la presentazione v’è ad esempio una ricerca tra artisti della pittura: passando dagli “impressionisti” ai “surrealisti”, si cambia l’ambito della propria ricerca facendo appello direttamente ad una tassonomia pre-ordinata ed accettata come valida ed utile dal motore.

Le altre novità

Le novità non si fermano ad Hummingbird. Google ha annunciato infatti anche una ulteriore evoluzione del motore a vero e proprio servizio in grado di combinare le informazioni per ricavarne un assistente personale in grado di andare anche oltre la ricerca. Un esempio su tutti fornito in modo esemplificativo da Google: chiedere a Google “ricordami di comprare l’olio quando sarò in negozio”. Lo strumento mette assieme le varie entità annunciate in precedenza: la geolocalizzazione sarà la scintilla dell’alert ed una notifica giungerà così all’utente non appena avrà varcato la soglia del negozio indicato.

(Fonte: webnews.it)

venerdì 19 aprile 2013

Consulenze SEO: pro e contro

Le consulenze SEO, sopratutto negli ultimi mesi, stanno diventando sempre più popolari e di moda. Le aziende, piccole o grandi che siano, stanno constatando, giorno dopo giorno, l'importanza e il potenzial del posizionamento organico nei motori di ricerca.
Per migliorare la propria "situazione SEO", quindi, le aziende decidono di approcciarsi ai motori di ricerca attraverso due strade. Molte decidono di affidarsi completamente a un consulente SEO (o agenzia SEO) che gestisce in toto il sito, e che spesso prevede una collaborazione contrattuale continuativa. Altre aziende, specie se già dispongono di personale informatico interno, preferiscono optare per una, o più, consulenze SEO. 

Una consulenza SEO, generalmente, può essere effettuata in via telematica, grazie all'utilizzo di software voip come Skype, o di persona, tramite l'incontro diretto dell'esperto di SEO e del responsabile aziendale.
Le consulenze SEO telematiche, comunque, sono le più diffuse: la praticità e la comodità di utilizzare Skype per interloquire con il cliente ha un valore incalcolabile. Attraverso Skype, oltretutto, è possibile scambiare file o attivare la condivisione dello schermo.
Tutti i consulenti SEO sono uguali? Assolutamente no. Non esiste un albo professionale o particolari istituti di riferimento, per questo è necessario scandagliare il web per trovare i migliori professionisti.
Oltre al passaparola, per trovare i migliori consulenti SEO potrebbe essere utile andare direttamente in Google e cercare parole come "seo specialist", "seo senior", "analista seo", "esperto seo", "consulente seo" e così via. Se un professionista non è nemmeno in grado di posizionare il proprio sito su Google, perché mai dovrebbe riuscire a posizionare quello dei clienti?

Scegliere di effettuare una consulenza con un esperto di ottimizzazione per i motori di ricerca è un passo decisivo per riuscire a incrementare drasticamente la visibilità e il traffico di un sito/brand, per questo deve essere ponderata sin nei minimi dettagli.

Fonte: www.a-zeta.it

giovedì 28 marzo 2013

La figura del SEO senior

La figura del SEO senior sta prendendo sempre più piede nel mercato italiano. Se fino a pochi anni fa la figura del SEO era quasi mistica, o conosciuta solo da pochi, adesso sta diventando una professione riconosciuta e stimata come tutte le altre.

SEO sta per Search Engine Optimization, ossia ottimizzazione per i motori di ricerca. La figura del SEO senior, quindi, rappresenta colui che si occupa di ottimizzazione SEO all'interno dell'azienda, o di un'agenzia SEO, e che è detentore del titolo "senior" che lo differenzia da un professionista che è alle prime armi.

La differenza tra un SEO Senior e un SEO Junior è, oltre alle caratteristiche tecniche/professionali individuali, l'esperienza concreta acquisita sul campo: generalmente 2 anni di attività SEO sono considerati sufficienti per non essere più considerati degli "amatori" del mestiere, ma dei veri e propri SEO Senior.
Lo specialista SEO si occupa dell'ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca, essenzialmente Google. Il suo compito principale, quindi, è quello di ottimizzare un sito lato onpage (agendo sul codice sorgente del sito, sulla struttura gerarchica, ecc) e lato offpage (link building, ottimizzazione del server, ecc).
L'effetto dell'ottimizzazione SEO è il posizionamento: un buon servizio SEO produce dei risultati rapidi e duraturi in termini di "ranking". Le pagine del sito si posizionano meglio su Google per le keyword più importanti e questo attrae numerosi visitatori targetizzati sul sito.

Scegliere un bravo SEO senior non è semplice, dato che esistono numerosi professionisti nel web. Un buon metodo per sceglierne uno è cercare su Google delle keyword relative a questo settore e vedere effettivamente chi riesce a posizionare i propri siti (es. SEO specialist, specialista SEO, consulente SEO, SEO Senior e così via).

Fonte: www.a-zeta.it

domenica 10 marzo 2013

Facebook: ecco tutte le novità che verranno

Facebook l’aveva annunciato e l’ha fatto davvero ieri sera, ora italiana, a Menlo Park nei pressi di San Francisco. Questa volta cambia, leggi cambierà, pelle e verrà maggiormente incontro alle disparate necessità degli utenti che potranno confezionare un social network proprio come lo vorranno avere, a loro misura.

Potranno infatti dare più spazio ai loro contenuti preferiti, dicendo “addio alla confusione” che c’è stata fino ad ora, utilizzando i filtri di ricerca che permetteranno di selezionare le tipologie di contenuti da mostrare volta per volta.

E allora News Feed per tutti, novità che unificherà le diverse versioni del sito blu presenti nel web, negli smartphone e nei tablet al fine di offrire un’esperienza sociale senza soluzione di continuità, a prescindere dal dispositivo utilizzato per ricercarla.

Il miglior giornale, questo vogliono offrire Zuckerberg e il suo entourage, cercando di differenziarsi dagli altri social network, consapevoli di aver in mano il più grande sito del mondo, con oltre 1 miliardo di utenti che vorrebbero gelosamente conservare, dando loro quel che si aspettano.

E allora News Feed completamente rivisto, che dà spazio anche ad altre realtà del web e semplifica il “lavoro” dell’utente dando maggiore enfasi ai contenuti visuali come link, foto e video. Non sappiamo esattamente quando il nuovo Facebook andrà in produzione per tutti: possiamo presumere passeranno alcune settimane. Volete darci un occhio e volete essere tra i primi a poterlo utilizzare? La pagina in cui poterlo fare è www.facebook.com/about/newsfeed.

Poi fateci sapere cosa ne pensate e…cosa avreste cambiato nel social blu, sempre che lo utilizziate, è chiaro.
Posizionamento su Google by Altion Studio.

Fonte: www.gadgetblog.it

mercoledì 23 gennaio 2013

Facebook contro Google, il nuovo atto passa per la ricerca


«Qualcuno mi consiglia un film per stasera?» è una domanda abbastanza frequente tra gli status su Facebook. Il libro, le vacanze per l'estate, il locale per il sabato sera. Il social network rende più semplice il meccanismo più antico del mondo: chiedere un consiglio alle persone che conosciamo. Ieri, quando in Italia era sera, Facebook ha lanciato Graph Search (ci si può iscrivere alle liste di attesa per testarlo qui).

Che cos'è? In sostanza una risposta organica a questo genere di domande. Un motore di ricerca che indaga le attività fatte dagli utenti all'interno del social network oppure sui siti che Facebook ha abbracciato da quando, con Open Graph, è uscito dai suoi confini con i tasti like.

Facebook nasce da una diversa visione rispetto a Google: il web della ricerca via algoritmo contro il web sociale fatto da amici, interessi, informazioni di significato. E infatti Google spinge sul suo social network Google Plus. L'arrivo di un motore di ricerca interno non è una rivoluzione ma un'evoluzione della natura di Facebook. Metterà ordine nel flusso un po' confuso di status, foto, like e apps all'interno della bacheca. Aiuterà a uscire dalla frenesia del tempo reale (che è solo un aspetto di Facebook) per un uso on demand. Per ogni domanda, arriveranno risposte a partire dai nostri amici e poi, per livelli di privacy impostati in precedenza, gli amici dei nostri amici e così via. E' chiaro che il risultato sarà più completo nella misura in cui gli utenti non metteranno livelli di privacy stringenti (il che è tutto da vedere).

Potenzialmente, però, l'universo Facebook sarà più completo e usabile, in modo tale da tenere al suo interno gli utenti il più possibile. Banalizzando, la sfida tra Google e Facebook è quella di essere scelti dagli utenti come pagina iniziale del proprio browser. Dove trovare quello che dicono gli amici, link alle notizie, consigli e ricerche, oppure telefonare (da poco Facebook ha iniziato un test in Canada per telefonare gratis), comprare regali dopo aver fatto gli auguri in bacheca (con il servizio Gift) e così via. E' una sfida ambiziosa e Google dà ricerche straordinariamente più complete, diverse per loro natura.

Obiettivo trattenere gli utenti con nuovi servizi e ingolosire il mercato pubblicitario, per ora dominato da Google. Per dare un'idea delle proporzioni, nel terzo trimestre 2012 il motore di ricerca ha registrato ricavi per 14,10 miliardi di dollari mentre nello stesso il giro d'affari di Facebook è stato di 1,26 miliardi di dollari (1,09 provenienti dalla pubblicità). Con il miglioramento delle funzioni di ricerca Facebook può ricalcare il modello delle campagne pay per click Adwords di Google con i risultati sponsorizzati.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com

mercoledì 16 gennaio 2013

Come scegliere il giusto consulente SEO?

Per tutti i siti che si fanno estensione di un business e che promuovono servizi o prodotti che possono essere oggetto di una ricerca su internet, la Search Engine Optimization è fondamentale. La SEO è infatti quell’insieme di attività finalizzate a posizionare un sito web tra i primi risultati di un motore di ricerca (Google, Bing, Yahoo…) per parole chiave specifiche e attinenti ai servizi, ai prodotti e ai vari argomenti di cui tratta un sito web.
Si tratta di un lavoro che comporta impegno, pianificazione ed esperienza. Ma si tratta anche di un investimento conveniente e a lungo termine. Ecco la necessità di capire a chi rivolgersi, soprattutto considerando che spesso le operazioni di un consulente SEO sono operazioni “invisibili”, che coinvolgono il codice che sta dietro una pagina web, difficilmente comprensibile per il cliente.
In questo articolo ti illustrerò in maniera non banale come capire se il professionista a cui chiedi una consulenza potrebbe fare al caso tuo. Non ti dirò quindi “guarda il suo sito”, “guarda il suo curriculum”, “guarda chi sono i suoi clienti”, “controlla il suo portfolio”: tutti consigli validi, ma non necessari.
Ti svelerò alcuni “segreti” su come funziona questo mestiere.

Il SEO è un mestiere che si può tranquillamente fare da casa con un computer, una connessione internet e un buon bagaglio di conoscenze ed esperienze. Se ti rivolgi ad un’agenzia avrai tutta una serie di costi aggiuntivi, tra cui:

- affitto dell’ufficio
- bollette
- lavoro dei commerciali
- stipendi del personale amministrativo
- margine dell’impresa
- altro

Se un’ora di lavoro con un consulente ti costerebbe 30, la stessa ora di lavoro con un’agenzia probabilmente ti costerebbe 100.
Le agenzie sono valide solo in alcuni casi: per siti molto grossi e per progetti in cui si ricerca il massimo dell’eccellenza che deriverebbe dal risultato del lavoro di diversi professionisti che lavorano sul tuo caso. Se l’agenzia ha un solo SEO – come spesso capita – il gioco non vale la candela: rivolgiti ad un consulente.
Un altro caso in cui le agenzie sono utili è quando hai un progetto che contempla diversi aspetti, dallo sviluppo web a campagne di promozione online e offline. In questo caso è preferibile interagire con un unico interlocutore. Fatta eccezione per i casi detti, un consulente SEO è decisamente la scelta più efficace e conveniente.

L’obiettivo della SEO: il ROI non basta
L’obiettivo della SEO dovrebbe essere il ROI, ovvero un positivo e redditizio Ritorno sugli Investimenti. Questo non è scontato, perché ci sono SEO – e clienti – che si concentrano, invece, su altri valori: sul link building (l’aumento dei link in entrata), sul posizionamento, sull’aumento delle visite del sito, ecc.
Quando l’obiettivo non è il ROI, ma un altro valore, e il consulente SEO prenderà decisioni che potrebbero portare beneficio al ROI, ma non ai valori concordati, allora non agirà in favore del tuo business.

Tre obiezioni:

1) Un posizionamento in seconda pagina è praticamente – nella stragrande maggioranza dei casi – un posizionamento inesistente (una percentuale bassissima di utenti arriva in seconda pagina).
2) Tra i motori di ricerca Google predomina in posizione di monopolio (oltre il 90%), quindi presentare i valori di posizionamento dei 3 motori di ricerca come equivalenti non è fornire un servizio onesto e trasparente al proprio cliente.
3) Posizionarsi con una parola chiave molto specifica e molto lunga (ad esempio “hotel vicino firenze con piscina riscaldata”) è relativamente facile, ma ovviamente ti porterà un minor numero di visite.

Morale: se un SEO ti offre un posizionamento Seo o se chiedi ad un SEO un servizio di “solo” posizionamento, un tale servizio è quello che otterrai, ma non è detto che il “solo” posizionamento ti offra un buon ROI. Un bravo SEO sarà invece in grado di consigliarti sulle parole chiave adatte al tuo obiettivo, su quelle più redditizie e su quelle raggiungibili in una determinata fase della campagna.

Fonte: www.ninjamarketing.it

martedì 15 gennaio 2013

Google Search, Google Plus e gli effetti sul SEO


Da un anno a questa parte abbiamo assistito alla maggiore integrazione attuata da Google con Google+, con il lancio di Search your world.
Tale innovazione ha portato molti SEO a chiedersi quali sarebbero stati i cambiamenti e soprattutto quale sarebbe stato il peso della ricerca personalizzata sull’ottimizzazione.
Le tre innovazioni apportate dall’integrazione tra Google e Google+ riguardano in ordine: i risultati personali legati ai profili Google + di persone che hanno condiviso con voi un post in merito all’argomento su cui state effettuando la ricerca, l’inclusione dei profili personali sempre di Google+ nella ricerca, una barra sulla sinistra legata a persone e pagine che affrontano lo stesso argomento su Google+.

Includere i risultati di ricerca personali rimane un’opzione, fortunatamente aggiungerei: è possibile cliccare sull’icona che include le ricerche personali o sull’icona del globo, quest’ultima rappresenta, com’è facile immaginare, i risultati della ricerca globale.
La domanda che sorge spontanea è la seguente: se l’opzione di personalizzare le ricerche diventasse la forma di ricerca più utilizzata, faremmo difficoltà a influire sulle SERP?
Questa obiezione è, a mio dire, infondata: la ricerca globale rimane comunque garantita e dubito che, nel caso si stia facendo una ricerca approfondita, i risultati personali possano essere bastevoli o , in ogni caso, rimanere gli unici a essere presi in considerazione. Dal punto di vista del posizionamento su Google SEO (e amiamo guardare il lato positivo della cosa) possiamo invece sfruttare la maggiore integrazione di Google con Google+ e indicizzare i nostri link, linkare il nostro sito alla pagina Google e creare un’ottima pagina aziendale.
Niente paura dunque, l’integrazione del proprio mondo a Google+  vuole essere un ausilio soprattutto nel momento in cui abbiamo bisogno di cercare contatti e informazioni che sono già correlati alla nostra persona o al nostro profilo aziendale.
In nessun modo questa opzione deve indurci a pensare che l’ottimizzazione sia inutile perché i risultati di ricerca si limitano alle restrizioni personale dell’utente; a maggior ragione è necessario e utile curare il proprio aspetto social cercando di creare profili autorevoli condividendo contenuti stimolanti che possano indurre altri utenti ad aggiungerci nelle loro cerchie, e cercare di pubblicare costantemente aggiornando le proprie pagine con contenuti che non mancheranno di contenere i “tag”, le parole chiave, per le quali vogliamo essere rintracciati.

Fonte: capn3m0.org