mercoledì 23 gennaio 2013
Facebook contro Google, il nuovo atto passa per la ricerca
«Qualcuno mi consiglia un film per stasera?» è una domanda abbastanza frequente tra gli status su Facebook. Il libro, le vacanze per l'estate, il locale per il sabato sera. Il social network rende più semplice il meccanismo più antico del mondo: chiedere un consiglio alle persone che conosciamo. Ieri, quando in Italia era sera, Facebook ha lanciato Graph Search (ci si può iscrivere alle liste di attesa per testarlo qui).
Che cos'è? In sostanza una risposta organica a questo genere di domande. Un motore di ricerca che indaga le attività fatte dagli utenti all'interno del social network oppure sui siti che Facebook ha abbracciato da quando, con Open Graph, è uscito dai suoi confini con i tasti like.
Facebook nasce da una diversa visione rispetto a Google: il web della ricerca via algoritmo contro il web sociale fatto da amici, interessi, informazioni di significato. E infatti Google spinge sul suo social network Google Plus. L'arrivo di un motore di ricerca interno non è una rivoluzione ma un'evoluzione della natura di Facebook. Metterà ordine nel flusso un po' confuso di status, foto, like e apps all'interno della bacheca. Aiuterà a uscire dalla frenesia del tempo reale (che è solo un aspetto di Facebook) per un uso on demand. Per ogni domanda, arriveranno risposte a partire dai nostri amici e poi, per livelli di privacy impostati in precedenza, gli amici dei nostri amici e così via. E' chiaro che il risultato sarà più completo nella misura in cui gli utenti non metteranno livelli di privacy stringenti (il che è tutto da vedere).
Potenzialmente, però, l'universo Facebook sarà più completo e usabile, in modo tale da tenere al suo interno gli utenti il più possibile. Banalizzando, la sfida tra Google e Facebook è quella di essere scelti dagli utenti come pagina iniziale del proprio browser. Dove trovare quello che dicono gli amici, link alle notizie, consigli e ricerche, oppure telefonare (da poco Facebook ha iniziato un test in Canada per telefonare gratis), comprare regali dopo aver fatto gli auguri in bacheca (con il servizio Gift) e così via. E' una sfida ambiziosa e Google dà ricerche straordinariamente più complete, diverse per loro natura.
Obiettivo trattenere gli utenti con nuovi servizi e ingolosire il mercato pubblicitario, per ora dominato da Google. Per dare un'idea delle proporzioni, nel terzo trimestre 2012 il motore di ricerca ha registrato ricavi per 14,10 miliardi di dollari mentre nello stesso il giro d'affari di Facebook è stato di 1,26 miliardi di dollari (1,09 provenienti dalla pubblicità). Con il miglioramento delle funzioni di ricerca Facebook può ricalcare il modello delle campagne pay per click Adwords di Google con i risultati sponsorizzati.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com
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mercoledì 16 gennaio 2013
Come scegliere il giusto consulente SEO?
Per tutti i siti che si fanno estensione di un business e che promuovono servizi o prodotti che possono essere oggetto di una ricerca su internet, la Search Engine Optimization è fondamentale. La SEO è infatti quell’insieme di attività finalizzate a posizionare un sito web tra i primi risultati di un motore di ricerca (Google, Bing, Yahoo…) per parole chiave specifiche e attinenti ai servizi, ai prodotti e ai vari argomenti di cui tratta un sito web.
Si tratta di un lavoro che comporta impegno, pianificazione ed esperienza. Ma si tratta anche di un investimento conveniente e a lungo termine. Ecco la necessità di capire a chi rivolgersi, soprattutto considerando che spesso le operazioni di un consulente SEO sono operazioni “invisibili”, che coinvolgono il codice che sta dietro una pagina web, difficilmente comprensibile per il cliente.
In questo articolo ti illustrerò in maniera non banale come capire se il professionista a cui chiedi una consulenza potrebbe fare al caso tuo. Non ti dirò quindi “guarda il suo sito”, “guarda il suo curriculum”, “guarda chi sono i suoi clienti”, “controlla il suo portfolio”: tutti consigli validi, ma non necessari.
Ti svelerò alcuni “segreti” su come funziona questo mestiere.
Il SEO è un mestiere che si può tranquillamente fare da casa con un computer, una connessione internet e un buon bagaglio di conoscenze ed esperienze. Se ti rivolgi ad un’agenzia avrai tutta una serie di costi aggiuntivi, tra cui:
- affitto dell’ufficio
- bollette
- lavoro dei commerciali
- stipendi del personale amministrativo
- margine dell’impresa
- altro
Se un’ora di lavoro con un consulente ti costerebbe 30, la stessa ora di lavoro con un’agenzia probabilmente ti costerebbe 100.
Le agenzie sono valide solo in alcuni casi: per siti molto grossi e per progetti in cui si ricerca il massimo dell’eccellenza che deriverebbe dal risultato del lavoro di diversi professionisti che lavorano sul tuo caso. Se l’agenzia ha un solo SEO – come spesso capita – il gioco non vale la candela: rivolgiti ad un consulente.
Un altro caso in cui le agenzie sono utili è quando hai un progetto che contempla diversi aspetti, dallo sviluppo web a campagne di promozione online e offline. In questo caso è preferibile interagire con un unico interlocutore. Fatta eccezione per i casi detti, un consulente SEO è decisamente la scelta più efficace e conveniente.
L’obiettivo della SEO: il ROI non basta
L’obiettivo della SEO dovrebbe essere il ROI, ovvero un positivo e redditizio Ritorno sugli Investimenti. Questo non è scontato, perché ci sono SEO – e clienti – che si concentrano, invece, su altri valori: sul link building (l’aumento dei link in entrata), sul posizionamento, sull’aumento delle visite del sito, ecc.
Quando l’obiettivo non è il ROI, ma un altro valore, e il consulente SEO prenderà decisioni che potrebbero portare beneficio al ROI, ma non ai valori concordati, allora non agirà in favore del tuo business.
Tre obiezioni:
1) Un posizionamento in seconda pagina è praticamente – nella stragrande maggioranza dei casi – un posizionamento inesistente (una percentuale bassissima di utenti arriva in seconda pagina).
2) Tra i motori di ricerca Google predomina in posizione di monopolio (oltre il 90%), quindi presentare i valori di posizionamento dei 3 motori di ricerca come equivalenti non è fornire un servizio onesto e trasparente al proprio cliente.
3) Posizionarsi con una parola chiave molto specifica e molto lunga (ad esempio “hotel vicino firenze con piscina riscaldata”) è relativamente facile, ma ovviamente ti porterà un minor numero di visite.
Morale: se un SEO ti offre un posizionamento Seo o se chiedi ad un SEO un servizio di “solo” posizionamento, un tale servizio è quello che otterrai, ma non è detto che il “solo” posizionamento ti offra un buon ROI. Un bravo SEO sarà invece in grado di consigliarti sulle parole chiave adatte al tuo obiettivo, su quelle più redditizie e su quelle raggiungibili in una determinata fase della campagna.
Fonte: www.ninjamarketing.it
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martedì 15 gennaio 2013
Google Search, Google Plus e gli effetti sul SEO
Da un anno a questa parte abbiamo assistito alla maggiore integrazione attuata da Google con Google+, con il lancio di Search your world.
Tale innovazione ha portato molti SEO a chiedersi quali sarebbero stati i cambiamenti e soprattutto quale sarebbe stato il peso della ricerca personalizzata sull’ottimizzazione.
Le tre innovazioni apportate dall’integrazione tra Google e Google+ riguardano in ordine: i risultati personali legati ai profili Google + di persone che hanno condiviso con voi un post in merito all’argomento su cui state effettuando la ricerca, l’inclusione dei profili personali sempre di Google+ nella ricerca, una barra sulla sinistra legata a persone e pagine che affrontano lo stesso argomento su Google+.
Includere i risultati di ricerca personali rimane un’opzione, fortunatamente aggiungerei: è possibile cliccare sull’icona che include le ricerche personali o sull’icona del globo, quest’ultima rappresenta, com’è facile immaginare, i risultati della ricerca globale.
La domanda che sorge spontanea è la seguente: se l’opzione di personalizzare le ricerche diventasse la forma di ricerca più utilizzata, faremmo difficoltà a influire sulle SERP?
Questa obiezione è, a mio dire, infondata: la ricerca globale rimane comunque garantita e dubito che, nel caso si stia facendo una ricerca approfondita, i risultati personali possano essere bastevoli o , in ogni caso, rimanere gli unici a essere presi in considerazione. Dal punto di vista del posizionamento su Google SEO (e amiamo guardare il lato positivo della cosa) possiamo invece sfruttare la maggiore integrazione di Google con Google+ e indicizzare i nostri link, linkare il nostro sito alla pagina Google e creare un’ottima pagina aziendale.
Niente paura dunque, l’integrazione del proprio mondo a Google+ vuole essere un ausilio soprattutto nel momento in cui abbiamo bisogno di cercare contatti e informazioni che sono già correlati alla nostra persona o al nostro profilo aziendale.
In nessun modo questa opzione deve indurci a pensare che l’ottimizzazione sia inutile perché i risultati di ricerca si limitano alle restrizioni personale dell’utente; a maggior ragione è necessario e utile curare il proprio aspetto social cercando di creare profili autorevoli condividendo contenuti stimolanti che possano indurre altri utenti ad aggiungerci nelle loro cerchie, e cercare di pubblicare costantemente aggiornando le proprie pagine con contenuti che non mancheranno di contenere i “tag”, le parole chiave, per le quali vogliamo essere rintracciati.
Fonte: capn3m0.org
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lunedì 14 gennaio 2013
Twitter come Google News: con l’hashtag notizie in tempo reale
Twitter è pronto a dare la spallata decisiva a Google News, l’hashtag presente sul social network sarà sempre più precisa. Gli utenti, in particolare i professionisti, ringraziano.
Twitter ha preso spunto da Google News per incrementare la qualità dei ”tweet”, aggiungendo un servizio molto utile per coloro che desiderano ricevere le notizie dal mondo minuto per minuto.
Migliorare il sistema che permetterà a tutti gli amanti di Twitter di stare al passo con le notizie che provengono dall’esterno è l’obiettivo che il social network più ”Vip” al mondo si è prefissato.
Ora come ora il sistema che permette agli utenti di trovare un risultato di ricerca è ancora troppo dispersivo, perchè, nell’hashtag difficilmente uscirà il risultato che stavamo cercando; facciamo un esempio pratico: inserendo nell’ hashtag il termine ”#schettino” compariranno tanti risultati, ma non riusciremo subito a selezionare quelli relativi al comico napoletano o al comandante della nave ”Concordia”.
Il compito di interpretare il significato di ogni singolo ”tweet” spetterà a persone fisiche e non alle macchine, questo perchè non esistono ancora algoritmi capaci di lavorare con questo tipo di criterio. Per quanto riguarda questo tipo di lavoro Twitter riceverà un aiuto dalla piattaforma Mechanical Turk di Amazon.
Si prospetta un netto cambiamento su Twitter che si prepara a superare la concorrenza del colosso ”Google News” il quale ha già interpretato al meglio questi criteri di ricerca.
Fonte: http://urbanpost.it
Twitter ha preso spunto da Google News per incrementare la qualità dei ”tweet”, aggiungendo un servizio molto utile per coloro che desiderano ricevere le notizie dal mondo minuto per minuto.
Migliorare il sistema che permetterà a tutti gli amanti di Twitter di stare al passo con le notizie che provengono dall’esterno è l’obiettivo che il social network più ”Vip” al mondo si è prefissato.
Ora come ora il sistema che permette agli utenti di trovare un risultato di ricerca è ancora troppo dispersivo, perchè, nell’hashtag difficilmente uscirà il risultato che stavamo cercando; facciamo un esempio pratico: inserendo nell’ hashtag il termine ”#schettino” compariranno tanti risultati, ma non riusciremo subito a selezionare quelli relativi al comico napoletano o al comandante della nave ”Concordia”.
Il compito di interpretare il significato di ogni singolo ”tweet” spetterà a persone fisiche e non alle macchine, questo perchè non esistono ancora algoritmi capaci di lavorare con questo tipo di criterio. Per quanto riguarda questo tipo di lavoro Twitter riceverà un aiuto dalla piattaforma Mechanical Turk di Amazon.
Si prospetta un netto cambiamento su Twitter che si prepara a superare la concorrenza del colosso ”Google News” il quale ha già interpretato al meglio questi criteri di ricerca.
Fonte: http://urbanpost.it
sabato 5 gennaio 2013
Google vince la guerra dell'antitrust negli USA
Soltanto poche ore fa erano volate scintille tra Microsoft e Google, accusata di mettere in atto presunte condotte anticompetitive nei confronti di Windows Phone e della relativa utenza. L'indagine avviata dalla Federal Trade Commission (FTC) si è conclusa con una mediazione tra le parti: BigG ha acconsentito a modificare parzialmente le proprie pratiche di business per ripristinare la totale concorrenza nel mercato.
La Grande G, dunque, ha evitato quello che è stato definito il "processo del decennio". I termini del patto sottoscritto da Mountain View riguardano sia la parte del search sia i brevetti sugli standard tecnologici. Per quanto concerne la prima, il motore di ricerca si impegnerà a concedere maggiore flessibilità agli investitori pubblicitari che gestiscono contemporaneamente campagne su AdWords e su piattaforme rivali; si asterrà dall'appropriarsi indebitamente dei contenuti dei cosiddetti siti "verticali", che si focalizzano, cioè, su specifiche categorie come lo shopping o i viaggi nelle loro offerte agli utenti.
Sul fronte della guerra dei brevetti, Google avrebbe ceduto a un parziale disarmo. FTC ha ordinato la cessazione dell'uso improprio dei brevetti su cellulari e smartphone della concorrenza, disposizione che consentirà ai produttori di tecnologie mobile di utilizzare sia Android sia altri sistemi operativi concorrenti. In questo modo, e con l'introduzione delle sanzioni, BigG sarà incentivata a produrre innovazione a beneficio dei consumatori.
La decisione di non procedere secondo le vie legali è stata presa all'unanimità da parte dei membri della commissione federale, una vittoria certa per Google, secondo Eric Goldman, docente di legge presso la Santa Clara University, secondo il quale la Grande G avrebbe schivato un'indagine pericolosa subendo conseguenze minime. Un esito, quello raggiunto da FTC, evidentemente deplorato dalle parti avverse, Microsoft in primis. Secondo Redmond, "la decisione di FTC di chiudere l'indagine con solo un impegno volontario da parte di Google è deludente e prematura, che arriva a poche settimane dalla proposta formale che l'azienda dovrà presentare per rimediare ai quattro abusi di posizione dominante individuati dalla Commissione Europea, primo tra tutti la visualizzazione di risultati a essa favorevoli nelle pagine di ricerca".
La condotta dei membri della commissione non ha lasciato indifferenti diversi professionisti specializzati in casi di concorrenza commerciale. Gary Reback, noto avvocato esperto di antitrust, ha definito "ingenuo" l'atteggiamento adottato da FTC, prefigurando un danno potenziale per le aziende più piccole. Un'opinione che sembra essere stata percepita pienamente dal capo da Jon Leibowitz, presidente della consiglio federale, il quale ha precisato: "alcuni credono che la commissione avrebbe dovuto fare di più in questo caso, forse perché questi stessi soggetti sono impegnati in un combattimento corpo a corpo contro Google in tutto il mondo. Noi abbiamo effettivamente seguito i fatti lì dove ci hanno condotti. L'obiettivo della nostra legge è proteggere la competizione, non i coloro che competono".
Fonte: punto-informatico.it
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